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Il parto è un processo naturale durante il quale il bambino passa dall’utero alla vita esterna tramite il canale del parto. Nella maggior parte dei casi, e soprattutto nelle gravidanze senza malattie, è un evento che si svolge senza complicanze. Tuttavia, a volte possono comparire problemi, anche senza preavviso, causando danni al bambino e alla madre anche molto gravi. È sempre opportuno, quindi, partorire in ospedale, dove i segnali delle complicanze possono essere individuati in tempo e si può offrire una terapia adeguata ed immediata nella maggior parte dei casi, in grado di salvare la vita della mamma e del bambino.

  • Fase iniziale

A termine della gravidanza possono cominciare le prime contrazioni uterine, che hanno lo scopo di dilatare il canale finale dell’utero (o cervice), accorciarlo e permettere il passaggio del bambino al suo interno. Le contrazioni uterine iniziali sono deboli, irregolari, poco frequenti e si manifestano con dolori simil mestruali, che possono alternarsi a pause molto lunghe. Questa fase può durare anche giorni e non è strettamente necessario controllare in ospedale il benessere del bambino a meno che non ci siano particolari malattie della gravidanza. Le contrazioni diventano poi sempre più frequenti e dolorose, coinvolgono tutta la pancia, si presentano ad intervalli regolari fino a diventare 3-4 in dieci minuti. In questa fase la contrazione ha un effetto dilatante sul collo dell’utero, dando inizio al travaglio.

Di conseguenza, in caso di rottura delle membrane con perdita di liquido o di sangue rosso vivo o ridotta percezione dei movimenti del bambino, è indicato recarsi subito in Pronto Soccorso.

  • Travaglio

Quando le contrazioni diventano regolari e sono 3-4 in dieci minuti comincia la fase dilatante in cui il canale cervicale si accorcia (da 3-4 cm in condizioni normali si appiattisce completamente) e si dilata (da 0 a 10 cm). Questa fase è molto dolorosa ed è opportuno controllare il benessere di madre e bambino in ospedale.

  • Fase espulsiva

Al termine della fase dilatante il bambino passa attraverso il canale del parto, cioè la cervice dilatata e appiattita ed il canale vaginale fino alla nascita. In questa fase la collaborazione materna è essenziale: le sue spinte servono ad accompagnare le contrazioni uterine per far uscire il bambino. Nella maggior parte dei casi non succede alcuna complicanza, ma possono essere necessarie manovre esterne del ginecologo per estrarre il bambino (in questo caso si chiama parto distocico) o del pediatra per farlo respirare (asfissia perinatale). In alcuni casi è opportuno ricorrere al taglio cesareo urgentemente per evitare o limitare gravi problemi.

  • Post partum

Dopo la nascita del bambino si assiste alla espulsione della placenta. La placenta è attaccata alla parete interna dell’utero e, tramite il cordone ombelicale, al bambino. Essa è responsabile della comunicazione con la madre, quindi del passaggio di ossigeno e sostanze indispensabili per la crescita. Dopo la nascita, entro 20-30 minuti, normalmente la placenta si stacca dall’utero e fuoriesce in maniera completa. Controllare che questa fase avvenga correttamente è fondamentale perché le alterazioni nella contrazione dell’utero o nel distacco della placenta possono determinare gravi emorragie potenzialmente letali.

È possibile ottenere maggiori informazioni consultando i seguenti siti istituzionali:

  1. https://www.salute.gov.it/portale/home.html
  2. www.issalute.it
  3. https://www.epicentro.iss.it/
 
 

 

 

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